Percorso giallo
Paesaggi
La produzione pittorica di Corompai è soprattutto concentrata sul genere paesaggistico: il pittore, secondo quanto ricorda chi l’ha conosciuto, amava armarsi degli strumenti del mestiere e uscire “a caccia di panorami”. Egli soleva rappresentare anche più volte lo stesso soggetto, interessato com’era agli effetti di luce e atmosfera sul paesaggio nei diversi momenti del giorno o dell’anno.
Alcuni dei suoi soggetti preferiti sono da ricercarsi nella campagna e in alcune zone del Friuli e in particolare del pordenonese, che egli iniziò a frequentare, per lunghi e brevi periodi, a partire dal matrimonio con Felicita Civran celebratosi nel 1905. Molti dei dipinti dedicati a questi soggetti vennero presentati alle mostre locali di Pordenone e Udine, in particolare negli anni Venti: tra questi va annoverato certamente il dipinto dal titolo Tramonto invernale, che venne esposto alla Terza mostra d’arte del Friuli Occidentale, svoltasi a Pordenone nel settembre 1925.
I paesaggi raffigurati da Corompai sono resi con una pennellata materica stesa a piccoli tocchi, costituita di colori che vengono accostati puri sulla tela per esprimere, attraverso la loro opposizione, gli effetti di luce e di ombra.
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22 - Gregge al pascolo
Il piccolo dipinto rappresenta un gregge al pascolo con il proprio pastore immerso in un paesaggio agreste, forse proprio la campagna friulana che Corompai iniziò a frequentare a partire dalla metà del primo decennio del Novecento, dopo il matrimonio con la moglie Felicita, la quale possedeva una casa a Cimpello, vicino a Fiume Veneto. Il pittore avrebbe rappresentato altre volte greggi con i pastori e questo si vede ad esempio in un altro dipinto presente in catalogo intitolato Verso sera a Barcis In particolare il piccolo quadro rimanda all’opera di Giuseppe Mentessi, che Corompai avrebbe, secondo la storiografia, conosciuto all’Accademia di Brera e di cui sarebbe stato addirittura allievo nel 1892. La tecnica utilizzata da Corompai in questo dipinto non è quella consueta dell’olio, ma è il pastello e questo avvicina l’opera ancor più al personale divisionismo di Mentessi. Il colore è steso a lunghi e sottili tratti, sia per quanto riguarda il prato, dove si alternano, stesi puri sul supporto, il verde, il marrone-rosso e il giallo, sia per quanto riguarda le nuvole che occupano gran parte del cielo, compatte ma al tempo stesso leggere. Le due figure umane – il pastore e un passante in bicicletta –appaiono invece come presenze quasi aeree, impalpabili, semplici comparse di una raffigurazione interamente dedicata alla natura.
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23 - Tramonto invernale
Il dipinto, come esplicita il cartellino apposto sul retro, venne esposto nella sala II, con il numero di catalogo 2, alla Terza mostra d’Arte del Friuli Occidentale, tenutasi a Pordenone dal 13 al 27 settembre 1925. Assieme al quadro in oggetto, Duilio Corompai presentò altre 28 opere, tutte di genere paesaggistico, dedicate soprattutto agli scorci veneziani e lagunari, nonché a quelli friulani. Il fatto che ai dipinti del pittore fosse dedicata una mostra personale che occupava interamente la seconda sala dell’esposizione, è indice della grande considerazione di cui godeva l’artista veneziano in ambiente pordenonese. Della sua pittura la critica locale apprezzava soprattutto la “sincerità” , come si ravvisa nelle parole di Vico Marpillero che recensendo nelle pagine de «La Panarie» (1924) la Seconda mostra d’Arte del Friuli Occidentale, svoltasi a Pordenone dal 15 al 24 settembre 1923, a cui Corompai aveva partecipato con 22 dipinti (quasi tutti di soggetto paesaggistico), così scriveva: “Luminosa, onesta e lieta, ecco la pittura di Duilio Corompai nella cui saletta si respira un’aria di famiglia, che un ritratto di bimbo ed uno di uomo maturo ambientano serenamente. […] Ma Corompai è sincero in tutti i suoi lavori. Anzi io credo che raramente sia dato di osservare una così perfetta corrispondenza tra l’artista e la sua opera, sia che raggiunga uomini e bimbi come in questo Campo S. Barnaba e nella Passeggiata sulle zattere, o la nostra campagna in quadri grandi e piccoli, visioni serene e aperte di pianure, di monti e di fiumi, come in questa Sul Meduna, la quale possiede tutta la grazia e la forza dei migliori paesisti francesi dell’800” Il paesaggio, con un lago in primo piano sulla cui riva si vedono delle case e con le montagne sullo sfondo, è reso con pennellata materica, corposa, soprattutto per quanto riguarda i cirri rosati che si stagliano sul cielo azzurro tenue, e anche i dettagli della vegetazione e delle case, che si riflettono sullo specchio d’acqua, lasciano cogliere la consistenza della pittura stesa a piccoli tocchi.
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24 - La Molassa
La molassa in termini geologici è un deposito clastico sedimentario che si accumula ai lati o all’interno di una catena dopo che essa si è ormai sollevata ed è emersa. La Molassa che qui si considera è il canyon monumentale che si trova in val Cellina, tra Barcis ed Andreis, dove scorrono i torrenti Molassa, appunto, e Alba. È un luogo molto suggestivo, sito in una zona che Corompai raffigura più volte e che conosceva bene. Sullo scenario dei massicci delle Dolomiti friulane, illuminati dal sole e stagliati contro un cielo terso, in un paesaggio caratterizzato dai colori autunnali, è raffigurata la gola della Molassa, un tempo percorribile per attraversare la vallata, e nella parte bassa una borgata dalle tipiche case bianche con i tetti rossi, che potrebbe forse essere identificata con la località Ponte della Molassa, sita appunto tra Barcis ed Andreis. Il dipinto non è firmato né datato, ma potrebbe a buon diritto essere accostato agli altri dipinti di soggetto affine realizzati negli anni Venti del Novecento. Analoga è anche la tecnica pittorica, costituita da una pennellata materica e vibrante, stesa a piccoli tocchi di colore puro che traducono pittoricamente gli effetti di luce e ombra provocati da un sole basso che sta per calare all’orizzonte.
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25 - Paesaggio alpino
In questo dipinto Corompai ricorre al genere che forse, assieme al ritratto, gli è più congeniale, quello paesaggistico, e immortala nel cartone uno scorcio montano. Ci troviamo in Trentino Alto Adige, dove l’artista si era più volte recato, in particolare a partire dagli anni Venti, anche per assolvere a commissioni di carattere religioso. Ad un’attenta analisi del dipinto, si può intuire quale sia il soggetto rappresentato e il punto di vista da cui Corompai lo ha colto: si tratta di uno dei monti più alti e imponenti delle Dolomiti alto-atesine, il Sassolungo che, assieme al gruppo del Sella rappresentato in secondo piano, sovrasta la Val Gardena e ne segna il confine con l’Alta Badia. Il massiccio pare essere visto dalla Valle di Siusi, un altipiano che si raggiunge dal paese di Castelrotto e che si trova a ridosso, appunto, del Sassolungo. Nel dipinto l’artista utilizza una gamma cromatica che va dal verde al marrone, dal rosa al grigio, attento alle sfumature che così peculiarmente caratterizzano la roccia e la flora alpina, nonché agli effetti chiaroscurali che vengono creati dai profili frastagliati della montagna. Contrasta con essi il cielo percorso da molte e vaporose nubi bianche.
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26 - Castello di Villata
Il dipinto, di piccole dimensioni, rappresenta il castello di Villalta, risalente al XIII secolo, situato nei pressi di Fagagna, in provincia di Udine, su un’altura da cui domina la pianura friulanaIl castello è colto dal basso, da un luogo ai piedi della collina, preso dal punto di vista che si ha raggiungendo il castello dalla strada che proviene da Spilimbergo. Della costruzione si nota soprattutto la torre con le sue due finestre sul lato sud e la vegetazione che in parte la ricopre, resa nel dipinto da una macchia di colore verde scuro. L’impasto della pittura è spesso e i particolari sono resi con pochi tratti. La gamma cromatica spazia dai verdi ai marroni, a qualche tratto ocra sulla collina, mentre il cielo è velato di nuvole che lasciano solo a tratti intravedere alcune zone di un pallido azzurro.
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27 - Ragazza che raccoglie la legna nel bosco
L’opera, venne probabilmente esposta Biennale di Venezia del 1909. Corompai qui raffigura, su una tavola di compensato, un fitto bosco nel quale una fanciulla, difficile a cogliersi nell’affollata presenza arborea, sta raccogliendo la legna, mentre il centro della scena è costituito da un albero in controluce che catalizza su di sé l’attenzione dell’osservatore. La tecnica esecutiva ammicca da un lato alla pittura di Guglielmo Ciardi e Vittore Antonio Cargnel, per una scelta cromatica che predilige tonalità scure, autunnali; dall’altro a certa pittura di matrice divisionista che accosta il pittore alle scelte stilistiche di Giuseppe Mentessi: attraverso il divisionismo Corompai rende, con tocchi veloci e vibranti, gli effetti dati dalla luce che filtra attraverso le fronde degli alberi per riflettersi sul manto erboso. Accanto a questo Isabella Reale ravvisa “un atteggiamento simbolista e sentimentale nell’interpretazione del paesaggio”, che non è estraneo alla pittura veneziana d’inizio secolo. I tocchi di pittura sono corposi, materici, mentre primo e secondo piano sembrano essere appiattiti ad un unico livello di profondità. Gli elementi naturali si intersecano tanto da nascondere completamente l’unica presenza umana raffigurata, che si trova così ad essere tutt’uno con la vegetazione, in una visione panica della natura.
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28 - Casolari in Valcellina
Durante i suoi soggiorni a Cimpello, nei pressi di Fiume Veneto, Corompai amava raffigurare alcuni scorci paesaggistici, prediligendo da un lato la campagna intorno alla sua casa, dall’altro alcune zone particolarmente suggestive dal punto di vista paesaggistico, come quella della Valcellina intorno al lago di Barcis, da cui peraltro proveniva la sua donna di servizio. Più volte l’artista si lasciò ispirare da quei luoghi incantati, come si evince dall’elenco dei dipinti presentati nel corso degli anni Venti alle esposizioni regionali. Questa tela raffigura dei rustici casolari, seminascosti dalla presenza delle rigogliose chiome di alcuni alberi. La tecnica è veloce, quasi compendiaria, atta a dimostrare il modus operandi del pittore, che amava raccogliere in “appunti” le impressioni che egli percepiva osservando un particolare scorcio o un soggetto particolare. Successivamente rielaborava la propria idea in studio e da lì uscivano dipinti di grandi e piccoli formati, che comunque non perdevano l’immediatezza del bozzetto originale. La materia pittorica si costituisce di colori stesi direttamente sulla tela in piccole macchie, a formare le chiome arboree, vere protagoniste del dipinto, o il terreno su cui si elevano le costruzioni umane. Le tinte sono chiare, quasi a volere intendere che ci troviamo in una giornata caratterizzata da un pallido sole, con il cielo velato, mentre la gamma cromatica è ristretta e si costituisce perlopiù di verdi, presenti in varie gradazioni e intervallati solo dai gialli e dai marroni con cui sono realizzati la staccionata e i dettagli delle case.
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29 - Salici sul fiume
La grande tela, esposta in diverse occasioni nel corso degli ultimi anni, rappresenta una serie di salici che gettano le loro fronde cadenti nello specchio d’acqua che dal titolo sappiamo essere costituito dall’ansa di un fiume, colti durante l’ora del tramonto. Nel dipinto, in primo piano, è raffigurato un grande salice, le cui fronde sono realizzate tramite l’accostamento di pennellate sottili e dei colori del verde e del marrone. Lo stesso vale per le fronde che si vedono in secondo piano, mentre l’acqua del fiume è resa attraverso sottili tocchi di azzurro, bianco e ocra, colore quest’ultimo che va infittendosi mano a mano che si raggiunge la linea dell’orizzonte, a riflettere gli ultimi raggi dorati del sole al crepuscolo. L’opera viene comunemente riferita al 1910, anche se non è datata e la firma, apposta in basso a sinistra, reca il nome dell’artista nella dizione italiana, inusuale per opere ante 1920. Le dimensioni del dipinto, nonché la qualità pittorica e la tecnica che si allineano, anche se un po’ tardivamente, all’arte italiana del primo decennio, lasciano pensare che non ci si debba discostare troppo nell’individuare la data di esecuzione.